LA CASA LUOGO DEL RITORNO

Russo Nunzio: LA CASA LUOGO DEL RITORNO

Una volta i bambini nascevano a casa. Primo ambiente e punto di partenza. Tutte le nostre nonne hanno partorito in casa come tante nostre mamme. Da lì iniziava il gran viaggio, quello della vita. Ma sempre con la nostra cara abitazione al centro di tutto. Così abbiamo imparato a coabitare con ospiti abituali come la gioia di un evento o la malattia o altro ancora. In sostanza, siamo diventati adulti.

Oggi è diverso. Spesso gli inquilini della vita di tutti i giorni si preferisce portarli fuori di casa. Anziani dimenticati negli ospedali o nelle case di riposo, feste di compleanno dei bambini nei fast food o nelle pizzerie, sembrano la normalità. In realtà, oggi, abbiamo perso familiarità con i modi della vita, che alla fine e troppe volte ci fanno paura.

E poi, consideriamo poco tutto quanto scompare da una casa nel tempo, perché è inutile aggiustare le cose rotte, perché costa meno comprare quelle nuove. Ormai nemmeno un frigorifero sembra meritare la visita di un tecnico, perché ha tanti anni e non conviene tenerlo. Eppure un retaggio di tempi antichi fatti di risparmio e di pudore ci spinge a “tirare avanti ancora un poco”, prima di gettarlo via nell’immondizia.

Ma un tempo così non era, perché ci sembrava un peccato buttare qualunque cosa, e gli armadi e i cassetti erano pieni di qualunque cosa che poteva servire dopo. Insomma, un tesoro di rimasugli dai quali mamma e papà sapevano trarre nuove meraviglie. Allora i pezzi di legno e gli scampoli di stoffa e i mobiletti e le pezze avevano un ruolo nella casa, come la macchina per cucire che sostituiva il televisore, in un angolo del soggiorno. Quando si rompeva l’abat-jour, era posto con cura sul tavolo della cucina ed esaminato da occhi esperti. Dapprima l’esame della lampadina per controllare la continuità del filamento. Se questo era intatto, il guasto era altrove, e si cercava un filo scappato dall’interruttore e si procedeva a un lavoro certosino per inserirlo al suo posto. Non era solo il bisogno di aggiustare, perché “a comprare erano soldi”, ma piuttoso la voglia di cambiare e far rivivere quello che sembrava vecchio.

La casa era, quindi, il luogo del ritorno. Felice e sicuro. A casa tornavamo dal lavoro, da un viaggio, dalla scuola, da un amore smarrito. A casa stavamo bene. Ripensiamo a questo valore. Ripensiamoci adesso, mentre si avvicina un nuovo Santo Natale.

Nunzio Russo